Antica strada romana Postumia: collegava Genova ad Aquileia.

La scuola primaria “Martiri di Belfiore” si trova  in Via Ragazzi ’99  n°1, nel Comune di Gazoldo degli Ippoliti - territorio di storia, cultura, tradizionali prodotti enogastronomici, lavoro e diversi servizi alla cittadinanza -  e fa parte dell’Istituto Comprensivo di Ceresara (Casaloldo, Ceresara , Gazoldo degli Ippoliti, Piubega).

La scuola è attigua alla Postumia, importante strada di epoca romana, la quale gode di diversi riferimenti  bibliografici.

Dalla scuola è possibile raggiungere  a piedi la Bellanda ( nella zona artigianale ), sito di importanti ritrovamenti risalenti ad un villaggio terramaricolo abitato da una tribù dell'età del Bronzo.

La Bellanda è bagnata dal fiume Osone; molte fonti materiali rinvenute si trovano  oggi  a Reggio Emilia.

Il plesso " Martiri di Belfiore" è una risorsa educativa, all'interno di un sistema "a rete" ricco di diversi beni ed opportunità culturali:

- La scuola di Musica :

-  La Biblioteca Comunale con la varietà delle sue proposte laboratoriali da stimolo per la lettura e la ludoteca :Via Marconi, 126, Gazoldo degli Ippoliti
0376657701

- il museo "MAM": 0376 659315

- l'Associazione culturale Postumia;( Concerti, gite culturali..) 339 895 9081

- Il museo della lirica: Associazione Postumia.

- Villa Mondadori ( statue di cera ): informazioni presso l'Associazione Postumia.

-l'oratorio parrocchiale.Via S. Pio X, 8 46040 Gazoldo Degli Ippoliti Tel. 0376/657163;

- la sala meeting "Pigozzi", all'interno dei locali della Secondaria di Primo grado;

-L’Ecomuseo : interessa  il territorio dei Comuni di Casaloldo, Casalmoro,  Castel Goffredo, Gazoldo degli Ippoliti, Piubega e Redondesco. L’Ecomuseo intende valorizzare:
- torri e castelli, testimonianza di una lunga storia di lotta tra la Repubblica di Venezia e i Gongaza per il controllo di questo territorio;
- chiese parrocchiali e oratori campestri testimonianze di una popolazione legata alle tradizione e alla fede cattolica;
- manufatti legati all’attività di molinatura, un tempo una delle attività principali di questo territorio.

L’edificio scolastico è stato ristrutturato e messo in sicurezza , secondo le norme vigenti nell’anno scolastico 2015/16.

Gli ambienti all’interno della scuola sono così suddivisi:

 

  • N ° 3 aulette adibite ad attività alternative e opzionali o laboratoriali;

  • N° 12 aule adibite a scopi didattici;
  • N° 1 aula polivalente dotata di LIM (lavagna interattiva multimediale) adibita ad attività progettuali(musica, arte , conferenze …);

  • N° 1 sala insegnanti dotata di biblioteca;

  • N° 1 ambiente  per collaboratori scolastici dotato di macchina fotocopiatrice;

  • N°1 laboratorio di informatica (n° 8 postazioni  e macchina fotocopiatrice);

  • N° 1 salone per attività sportive;

 

  • Le attività sportive si svolgono:
  • all'interno dell'edificio scolastico;
  • presso la Palestra comunale;
  • nella nuova struttura di fronte alla palestra e denominata confidenzialmente dai bambini  e dagli insegnanti " il pallone".

    Nell’edificio sono presenti  n° 8 servizi  igienici distribuiti per ciascuno dei due piani  nel seguente modo:

  • n° 1 bagno alunni;

  • n° 1 bagno alunne;

  • n° 1 bagno alunni  diversamente abili;

  • n° 2 bagni per il personale scolastico.

 

 

IL PALLONE


La maggior parte delle nostre aule è dotata di lavagne interattive ( un'evoluzione della lim)

  • Abbiamo 5 lavagne interattive Samsung ;
  • una Lim Panasonic.

 

Tale dotazione tecnologica è stata fornita dall'Amministrazione Comunale di Gazoldo degli Ippoliti.

  Grazie alle lim è possibile consultare enciclopedie multimediali, utilizzare software on line gratuiti, vedere filmati, visualizzare immagini, scrivere, disegnare, utilizzare giochi didattici e tanto altro!

La nostra maestra Maria disegna alla Samsung per i suoi alunni alcune maschere italiane e le regioni di provenienza.


 

All’esterno la scuola è circondata da un ampio cortile, in cui i bambini possono svolgere attività didattiche e ricreative.


I bambini che usufruiscono del servizio di doposcuola pranzano nei locali della Fenice, a pochi passi dall' edificio scolastico.

Si tratta di ambienti puliti e molto curati. I Menù sono variegati e bilanciati secondo le normative vigenti e tengono conto di abitudini alimentari differenziate per motivi di salute e religione. Ogni pranzo prevede un primo, un secondo con contorno di verdure, pane, acqua naturale, frutta e talvolta il  dessert!


Ecco lo stemma del Territorio Comunale in cui è inserita la nostra scuola.

Al centro dello stemma la gloriosa e leggendaria Araba fenice.

Per chi volesse conoscerne la leggenda, eccola.....

Un tuffo nella "Storia"...

La fenice, spesso nota anche con l'epiteto di Araba fenice, è un uccello mitologico noto per il fatto di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte. Gli antichi egizi furono i primi a parlare del Bennu, che poi nelle leggende greche divenne la fenice. In Egitto era solitamente raffigurata con la corona Atef o con l'emblema del disco solare. Contrariamente alle "fenici" di altre civiltà quella egizia non era raffigurata come simile né ad un rapace, né ad un uccello tropicale dai variopinti colori, ma era inizialmente simile ad un passero (prime dinastie) o ad un airone cenerino, inoltre non risorgeva dalle fiamme ma dalle acque.
Nei miti greci (ma non solo) era un uccello sacro favoloso, aveva l'aspetto di un'aquila reale e il piumaggio dal colore splendido, il collo color d'oro, rosse le piume del corpo e azzurra la coda con penne rosee, ali in parte d'oro e in parte di porpora, un lungo becco affusolato, lunghe zampe, due lunghe piume — una rosa ed una azzurra — che le scivolano morbidamente giù dal capo (o erette sulla sommità del capo) e tre lunghe piume che pendono dalla coda piumata — una rosea, una azzurra e una color rosso-fuoco —.

L'araba fenice è divenuto il simbolo della morte e risurrezione, si dice infatti "come l'araba fenice che risorge dalle proprie ceneri". Dopo aver vissuto per 500 anni, la Fenice sentiva sopraggiungere la sua morte, si ritirava in un luogo appartato e costruiva un nido sulla cima di una quercia o di una palma.
Qui accatastava le più pregiate piante balsamiche, con le quali intrecciava un nido a forma di uovo — grande quanto era in grado di trasportarlo (cosa che stabiliva per prove ed errori). Infine vi si adagiava, lasciava che i raggi del sole l'incendiassero, e si lasciava consumare dalle sue stesse fiamme.
Per via della cannella e della mirra che bruciano, la morte di una fenice è spesso accompagnata da un gradevole profumo. Dal cumulo di cenere emergeva poi una piccola larva (o un uovo), che i raggi solari facevano crescere rapidamente fino a trasformarla nella nuova Fenice nell'arco di tre giorni, dopodiché la nuova Fenice, giovane e potente, volava ad Eliopoli e si posava sopra l'albero sacro, per altro si dice anche che dalla gola della Fenice giunse il soffio della vita (il Suono divino, la Musica) che animò il dio.
Ma nella antica tradizione riportata da Erodoto, la fenice risorge ogni 500 anni, come riportato da Cheremone, filosofo stoico iniziato ai misteri egizi o da Orapollo vissuto sotto Zenone. La fenice è una delle manifestazioni del sole come interpretato da Sbordone che riporta una grafia tarda del nome di Osiride costituita da un occhio e uno scettro.


Si ringrazia l'alunna Anna P. di classe quarta per il disegno della scuola Martiri di Belfiore.